Prima di parlare di questa birra è d’obbligo spendere due parole sul movimento birrario del nord Europa e soprattutto sulla figura sempre più in voga del birraio gypsy (o contoterzista che dir si voglia). Sembra, infatti, che negli ultimi tempi l’attenzione dell’avanguardia brassicola si sia spostata dagli Stati Uniti verso i paesi scandinavi che, presa la palla al balzo del rinascimento gustativo in atto a livello globale, non hanno esitato a buttarsi sul mercato in maniera cospicua estremizzando per quel che è possibile alcuni stili. Assistiamo allora ad Imperial Stout dalla consistente gradazione alcolica e dal colore a dir poco nero-inquietante e alle famose Double Imperial IPA con quantità di luppoli da far impallidire un luppoleto intero e che non di rado sfociano nell’effetto «mappazza». A ciò si aggiunga anche la tendenza portata in auge da Mikkeller di non avere impianti, ma scrivere le ricette su carta e farle fare ad altri birrai ed ecco che lo sconvolgimento delle regole di base è servito.
To Øl è uno degli attori principali di questa new wave scandinava dal 2010 e questa Snow Ball fa parte della trentina di birre in produzione a nome del birrificio, una Saison dalla gradazione alcolica sostenuta per lo stile 8 % e con l’aggiunta di Brettanomyces.
Nel bicchiere il colore è ambrato carico, lievemente opalescente. La schiuma è fine, bianca e abbastanza persistente; il naso è molto fresco e pulito con un attacco biscottato a cui seguono note floreali (fiori bianchi) ed un bel agrumato che va a richiamare i luppoli americani utilizzati (Amarillo e Simcoe). Vi è anche una lieve nota lattica a ricordarci la presenza di lieviti selvaggi, manca del tutto la nota fenolica tipica delle Saison, nessuna traccia della caratteristica rusticità che tanto delinea lo stile.
In bocca il corpo è medio e la carbonazione alta, al gusto si ripropongono le note floreali e agrumate e finalmente si rivela la nota data dal bretta che si traduce in una leggera acidità probabilmente addomesticata dall’abbondante luppolatura.
Il finale è secco, non troppo (forse non abbastanza…), porta con sé note vegetali, una leggera astringenza ed una buona persistenza. L’alcool c’è pur non sentendosi minimamente.
Una birra ben fatta, bevibilissima e molto accattivante, il contrario di quello che mi sarei aspettato data la dicitura stilistica riportata in etichetta e la presenza dei lieviti selvaggi, sicuramente più vicina ad un’IPA che ad una Saison. [deLa]