St. Austell Admirals Ale

Special bitter inglese prodotta  la prima volta nel 2005 dalla St Austell brewery  , riporta in etichetta la dedica esplicita all’ammiraglio Nelson e alla sua spregiudicatezza in battaglia (la scritta “I see no ships!” si riferisce all’esclamazione di sfida fatta mentre appoggiava il cannocchiale all’occhio bendato guardando verso la flotta danese che di lì a poco avrebbe distrutto).

La birra è brassata con malto Cornish Gold, ossia malto locale trattato in un ambiente particolarmente umido che gli conferisce un colore ed un sapore più intenso ed i luppoli impiegati sono Styrian e Cascade, la bottiglia (vincitrice del British Beer Festival 2010 nella sezione birre in bottiglia e nominata Supreme Champion all’International Beer Challenge del 2008) ha subito rifermentazione in bottiglia ed è riconosciuta a pieno titolo come Real ale dal CAMRA.

Nel bicchiere il colore è ambrato carico, effettivamente più scura delle normali special bitter in commercio; la schiuma ocra, fine e non molto persistente. Al naso colpisce subito la raffinata presenza agrumata e leggermente resinosa che si erge sopra una base caramello/biscottata di buona persistenza.

In bocca il corpo è medio con tendenza verso l’esile (watery), la carbonazione medio bassa. L’attacco è maltato/caramello a cui si aggiunge gradualmente una  bella nota agrumata (scorza d’arancia) che lascia spazio nel breve ad un finale abbastanza persistente che tende all’erbaceo.

Una bella special bitter, molto lineare e pulita nelle sue note caratterizzanti che si è dimostrata perfetta con l’abbinamento  ad un petto di pollo alla piastra con contorno di cavoletti di Bruxelles all’arancia.  L’agrumato della birra ha lavorato magnificamente con la scorza d’arancia ed il caramello ha bilanciato bene il burro in cui sono stati saltati cavoletti. [dLc]

Paese: Uk

Servita a 10°

ABV: 5%

Toccalmatto Stray Dog

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bitter Ale in stile anglosassone che si arroga il diritto di esprimersi con “qualche” licenza poetica, dalle parti di Fidenza prosegue il percorso di ridefinizione delle radici brassicole a cui Bruno Carilli si è ispirato e questa Stray Dog è solamente l’ennesima conferma della qualità  che alberga in casa Toccalmatto.
Nel bicchiere il colore è ambrato carico, pulito. La schiuma è, come da copione, ocra e di fattura abbastanza fine e poco persistente.
Al naso questa bitter rivela tutta la sua carica poetica esprimendo con delicata forza sentori di pesca, litchis, frutta rossa, amarena ed una piacevole sentore di pastiglie per la tosse (potrà sembrarvi strano, anche a me lo sembrava quando leggevo Zak Avery che scriveva di questo aroma eppure per la prima volta l’ho provato con questa birra)-
In bocca il corpo è watery, la carbonazione bassa; perfettamente coerente con gli aromi sprigionati propone un attacco caramellato cui si aggiungono strati di frutta rossa e agrumati. Il finale è piacevolmente tostato e porta con sè un tocco vegetale molto equilibrato.

Birra deliziosamente beverina che si adatta benissimo alla bevuta in compagnia, sicuramente una delle migliori Bitter bevute in vita mia. [dLc]

Paese: Italia

Servita a 10°

ABV: 4.2%

St. Peter’s Suffolk Gold

Birra fortemente legata al territorio questa Suffolk Gold di St. Peter’s  con un nome che è quasi una dichiarazione d’intenti. Il “gold” in questione, infatti, ha doppia valenza riferendosi sia al meraviglioso colore della birra che alla qualità di quest’ultima.

Brassata con malti e luppolo (First Gold) esclusivamente della regione del Suffolk, la birra si presenta nel bicchiere di un bel colore biondo tendente al bronzo; la schiuma è bianca, a grana abbastanza grossa e poco persistente. Il naso innalza le aspettative mostrando una iniziale aromaticità che vira verso la crosta di pane ed il miele a cui subito si accompagnano sentori di camomilla e lievemente floreali; il tutto è equilibratissimo ed invita a gran voce alla degustazione.

In bocca la birra si mostra perfettamente coerente: un bell’attacco maltato  offre dolcezza mielosa e sentori floreali, il corpo è pieno ed un’accento agrumato a metà palato viene contrastato dall’amaro  finale che si rivela potente, vegetale e con note di liquirizia, quasi legnoso. Una special bitter dalla  spiccata personalità , non molto accessibile a chi non è avvezzo all’amaro di tradizione inglese che, sopratutto in questo caso, richiede un poco di attenzione e volontà per essere compreso, ma che sa regalare grandi emozioni. [dLc]

Paese: UK

Servita a 10°

ABV: 4.9%

Hambleton Ales Taylors Tipple

La brewery di Nick Stafford ha aperto nel 1991, situata nel nord dello Yorkshire, ha visto nel corso degli anni salire le unità di vendita in maniera esponenziale pur mantenendo un buon livello qualitativo tanto che nel 2009 questa bitter ale ha meritato di vincere il premio come Winners of the 2009 Sainsbury’s Beer Competition.

Le ragioni di questo successo ci sono tutte, questa Tipple è un ottimo esempio di come  deve essere una bitter inglese e riesce a mantenere una discreta forma anche in bottiglia; nel bicchiere si presenta con un bel colore ambrato tendente al ramato, la schiuma è bianca, fine e di vacua persistenza; in bocca è decisamente watery e va giù che è un piacere.

L’aroma ci riporta ai sentori tipici della tradizione inglese: malto tostato, tofee, biscotto, accompagnati da sentori di frutti di bosco e da una nota lievemente agrumata. In bocca la carbonatazione è bassissima ed i sentori richiamano il citrico, frutta a polpa rossa, frutti di bosco e biscotto.
Il finale è mediamente persistente e tende al vegetale.
Una ale molto autunnale, questa, che ha resistito bene al viaggio in aereo; unica pecca: dopo un breve periodo di contatto con l’aria il corpo già esile è svanito quasi completamente, a parer mio un pochino di consistenza fisica in più non le farebbe male. [dLc]

Paese: UK
Servita a 10°
ABV: 4.5 %