Birrificio BlackBarrels. Nut – The Irish Jinn.

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Prima produzione del Renzo Losi in versione sabauda che mi trovo a recensire, la Nut (The Irish Jinn) è un’ American Pale Ale brassata presso il Birrificio Torino e maturata per due mesi nelle botti di rovere che albergano nella cantina  BlackBarrells.

Nel bicchiere la vista è molto piacevole: un bell’ambrato carico, sormontato da schiuma  fine, ocra e abbastanza persistente.

Al naso la birra si presenta particolarmente strutturata esibendo una luppolatura di stampo statunitense ben in evidenza, ed è tutto un alternarsi di sensazioni resinose, frutta rossa, agrumi (lime su tutto, ma anche pompelmo) a cui si va ad aggiungere la caratterizzazione della botte con sentori legnosi, una interessante nota salmastra ed un accenno di solvente che però non va ad inficiare le qualità aromatiche del prodotto.

In bocca il corpo è medio, la carbonazione bassissima, il chè rende la bevuta un po’ più impegnativa di quel che lo stile richiede; l’imbocco è caramellato e a metà palato ritroviamo il fruttato rigoglioso seguito da un piccolo warming alcolico.Colpisce il finale secco, potente, amaro (pompelmo) e leggermente salmastro.

Una birra decisamente interessante, si percepisce distintamente  la mano del birraio con il suo tocco anarchico in questa interpretazione “virulenta” dello stile APA. Consigliata in abbinamento a carni rosse alla brace e formaggi stagionati. [de:La]

Servita a 9°, ABV 7%.

Extraomnes – Straff

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Il birrificio Extraomnes di Marnate (VA) è senz’altro uno degli attori nazionali più in vista in questo momento sulla scena della birra artigianale e sta facendo registrare critiche più che positive all’interno del cosidetto movimento birrai italiano. Ho avuto il piacere di visitare il loro stand all’ ultimo IBF di Milano e devo dire di essere rimasto particolarmente colpito dalla qualità delle birre assaggiate.

La Straff (punizione in fiammingo), fa parte della linea  di birre “speciali”  e si presenta nel bicchiere esibendo un bel giallo dorato, lievemente opalescente. La schiuma è bianca, fine,pannosa e persistente.

Al naso  si apre con un delizioso attacco mieloso a cui si aggiungono da subito crosta di pane, grano e un accenno di  fiori di campo, sopraggiungono poi una decisa nota agrumata e terrosa, pepe ed una consistente caratterizzazione rustica apportata dal lievito, che a tratti assume un carattere polveroso. Ben presente anche una nota alcolica, decisamente riscaldante ma pò troppo marcata.

In bocca si rivela una birra importante con un corpo presente ed una carbonazione media, anche al gusto si ripresenta la complessità del naso con una dolcezza iniziale cui segue la speziatura pepata tipica delle Saison più un tocco floreale e agrumato . Anche quì però l’alcol viene fuori in maniera un pò troppo prepotente e  va un  a disturbare una chiusura secca e caratterizzata da un bell’amaro ripulente.  Una saison invernale davvero interessante e  con una spiccata personalità la cui unica nota dolente risulta l’alcolicità non abbastanza nascosta che ne limita un pò la beva. [dLc]

Nazione Italia, ABV 9.5%, Servita a 10°

Panil Barriquée

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Parlare di Panil Barriquee equivale a pensare all’inizio di un ciclo importantissimo per la birra artigianale, essendo l’intuizione dell’utilizzo di barriques come luogo di maturazione/affinamento per la birra  ad opera di Renzo Losi una visione che aprirà la strada alle birre italiane affinate in legno . Ma equivale anche a pensare alla fine di un ciclo visto che il suddetto Renzo Losi ha lasciato il birrificio Torrechiara per iniziare una nuova avventura in quel di Torino.

Siamo quindi di fronte  ad un pezzo forte della storia brassicola nazionale, questa birra ha rifermentato e si è affinata per tre mesi in botti di rovere francese e  nel bicchiere si presenta di colore  ambrato carico, la schiuma è ocra, fine e abbastanza persistente.

L’aroma è splendidamente complesso e riesce ad esprimere in diversi tempi sentori di frutta rossa, rose  rosse , cuoio, frutta sotto spirito, fieno, legno bagnato ed una sensazione lievemente torbata accompagnata da una bella nota alcolica.

In bocca si nota subito una bel corpo con una certa consistenza vinosa, la carbonazione è lieve; i gusti  che riesce ad esprimere  sono morbidi ed aleggiano tra frutta rossa, legno, cacao ed una lieve acidità; verso fine bevuta si presenta anche una nota  alcolica riscaldante, una di quelle che ti abbracciano e ti rasserenano.

Il finale è secco, lievemente astringente, persistente e lascia il palato decisamente appagato dopo una bevuta complessa ma non per questo troppo impegnativa. A parer mio questa è una  birra decisamente interessante che merita tutto l’appeal di cui gode (forse ancora più all’estero che qui da noi), la vedrei bene sia in accompagnamento a del cioccolato fondente che ad uno stufato di carne.

P.s Se abitate dalle parti di Torino al beershop/birrificio BlackBarrels trovate gli ultimi esemplari creati da Renzo, afrettatevi prima che ci passi io. [dLc]

Nazione Italia, Alc. 8%, servita a 12°

Birrifio Barley Macca Meda


La Macca Meda è una personalissima interpretazione del birraio Nicola Perra che con estrema abilità gioca ai limiti degli stili pale/amber ale di stampo statunitense. L’ormai affermatissimo  birrificio Barley, che sta riscuotendo un notevole successo sia in Italia che all’estero, si presenta nel bicchiere con una birra dal gradevolissimo colore aranciato, velato e sormontato da un cappello di schiuma fine, bianca e abbastanza persistente.
Al naso gli aromi sono decisamente complessi, strutturati ed affascinanti : da subito risalta il fruttato declinato in aromi di frutta a polpa gialla (pesca) uva bianca, ed agrumi a cui si aggiungono lievi sentori fenolici che tuttavia non intaccano la qualità aromatica.
In bocca colpisce subito il corpo abbastanza importante con una carbonazione media, la birra gioca moltissimo sull’equilibrio tra un fruttato esplosivo ed un finale sorpendentemente amaro e “piccante” a cui fa da contrappunto una lieve astringenza che ripulisce il palato.
Davvero una bella prova di gusto italiano e di abilità birraia, se posso dire la mia alleggerirei leggermente il corpo in modo da rendere la bevuta meno impegnativa e creare la classica birra da bere in grandi quantità a dispetto di una la gradazione alcolica di tutto rispetto (7.8%) abilmente nascosta. [dLc]

Servita a 10°

Rubus – Birra del Borgo


Ulteriori divagazioni in chiave Duchessa per Birra del Borgo l’ottima saison al farro del birrificio aretino viene impiegata (anche) quì come ingrediente di base a cui si aggiungono all’incirca 100 grammi per litro di lamponi freschi, questi oltre a caratterizzare la birra innestano anche un processo fermentativo dovuto ai lieviti selvaggi presenti sulle bucce.
Nel bicchiere il colore è ambrato carico, leggermente velato; la schiuma ocra, fine e poco persistente.
Al naso l’aroma è freschissimo con una netta prevalenza di lampone cui si aggiungono note di fiori di campo (lavanda) e frutti di bosco, in bocca il corpo è abbastanza esile e rivela una carbonazione vivace che si sposa benissimo con la moderata acidità della birra .
Il gusto vira quasi completamente sul lampone e alcune brevi note speziate e floreali rivelandosi molto coerente con l’aroma.
Una fruit beer molto delicata e decisamente rinfrescante che potrebbe rivelarsi una carta vincente come bevanda a tutto pasto, sopratutto accompagnando pietanze fredde ed estive. [dLc]

Servita a 8°, ABV 5%

si Ringrazia per la foto: http://www.artigianbeer.com

Birrificio Bruton- Bianca


In leggero (ma sacrosanto) ritardo sul carattere atmosferico bizzoso di questi giorni, ritorno su una birra bevuta nel pieno della canicola estiva e di cui ho preso nota.
Questa “Bianca” del birrificio Bruton si dichiara sin dall’inizio come una biere blanche in pieno stile: aromatizzata con coriandolo e buccia d’arancia (come da manuale) vede però anche l’impiego di Farro (non maltato) biologico prodotto in Garfagnana , ossia a due passi dal birrificio stesso.
Nel bicchiere il colore è giallo paglierino e opalescente; la schiuma è bianca, soffice, abbastanza fine e persistente.
Al naso la birra si presenta subito con un delicato attacco mielato (millefiori), crosta di pane , giunge poi una bella nota di fiori bianchi e sentori di cereali . Il tutto molto pulito ed elegante.
In bocca il corpo si dimostra abbastanza esile e presenta una buona carbonazione che rende la bevuta molto vivace e rinfrescante ; dopo un accenno maltato si percepisce subito la speziatura del coriandolo che, stranamente, si fa sentire molto più in bocca che al naso, una leggera acidità accompagna verso un finale secco, leggermente citrico e persistente.
Bruton si conferma un ottimo birrificio che a grandi passi si sta facendo largo tra i produttori italiani, forse questa Bianca non sarà tra i loro prodotti più originali ma senz’altro è una birra di qualità che si attiene allo stile di riferimento con ottimi risultati, sembra che l’intento principale di questa birra sia quello di lasciarsi bere in quantità e di rinfrescare il palato. Cos’altro si potrebbe volere da una Bianca? [dLc]

Paese: Italia
ABV: 5%
Servita a 7°

Birra del Borgo ReAle 7° Anniversario (affinata in legno)

Birra realizzata appositamente per il compleanno di Birra del Borgo, per la degustazione della 7 originale vi rimando all’ottimo Una Birra al giorno, invece questa che ho tra le mani è un’edizione speciale essendo maturata in tini da 30 hl per sei mesi e rifermentata con lieviti da spumante.

Da subito salta agli occhi la descrizione degli ingredienti che comprendono, oltre ai soliti malto, luppolo, lievito, zucchero ed acqua anche rooibos, arancia e zenzero.

Nel bicchiere il colore è un promettente ambrato carico, la schiuma sfoggia bel colore ocra, e si dimostra fine e persistente.

Al naso la birra si rivela molto pulita ed è caratterizzata da un’ottima complessità: alla base di caramello si aggiungono vìa vìa frutta rossa, frutta tropicale (ananas su tutto), le note legnose, zenzero, buccia d’arancia, aromi terrosi e di tabacco; non manca neppure un leggero accenno da lieviti selvaggi che sembra stia per prendere coraggio e far sua la birra (ancora qualche mese secondo me e comparirà l’acidità tipica).

In bocca il corpo è sorpendentemente leggero e la carbonazione media; la 7 appare ora maggiormente centrata nei suoi sapori: caramello, agrumi, zenzero ed una ottima presenza resinosa. La chiusura è secca e caratterizzata da un amaro vegetale abbastanza persistente.

A parer mio una reinterpretazione coraggiosa ed interessante da bere con attenzione, molto interessante il confronto tra le spezie inusuali ed i sentori rilasciati dall’affinamento in legno, data la particolarità della birra non l’abbinerei con alcunchè, il rischio di una partita persa con lo speziato no fa per me. [dLc]

Paese: Italia

ABV: 6,4%

Servita a 10°

Birrificio Civale – Monflowers


Una delle ultime creazioni del Birrificio Civale di Spinetta Marengo (AL), Blanche estiva che porta 5 gradi alcolici, all’interno della bottiglia ufficiale Unionbirrai, bella l’etichetta che riporta l’opera di  Alberto Boschi “Floreale” e rappresenta benissimo  una birra che richiama insistentemente la bella stagione.
Brassata con malti Pilsner, CaraPils, Segale , Frumento (BIO – piemontesi) ed un mix di sette spezie/fiori coltivati nelle colline del Monferrato (da qui il nome MONflowers) si inserisce tra le birre artigianali italiane che si legano al territorio in maniera caratteristica e caratterizzate.
Nel bicchiere il colore è un bel dorato carico, appena velato; la schiuma risulta abbastanza fine e moderatamente persistente (si potrebbe fare di meglio comunque).
Il naso si presenta molto ben amalgamato ed interessante: aroma di miele millefiori, melone bianco, pesca, grano, fiori di campo (lavanda in primis) ed una leggera presenza di pompelmo e lime.
In bocca il corpo è lieve, ma non acquoso,  la carbonazione media.
L’attacco si presenta con le note mielate e dà inizio ad una dolcezza, che persisterà per tutta la bevuta,  lievemente smussata da una nota acidula ed un amaro appena accennato nel finale.

A metà palato si presenta una caratteristica nota dolce floreale (che non risulta assolutamente stucchevole) a cui seguono sentori di chiodi di garofano, banana e bubble gum; iIl finale è moderatamente persistente, rotondo e leggermente aggrumato.
Una bella birra rinfrescante e leggera, di grande bevibilità, personalmente gradirei una chiusura un po’ più secca che inviterebbe maggiormente alla bevuta rendendola anche meno “pastosa”. A conti fatti  questa Monflowers risulta essere una bella interpretazione di blanche che strizza l’occhio al mondo delle weiss e si rivela  una bella bevuta, la consigliere con delle verdure grigliate e sotto il sole d’agosto. [dLc]
Paese: Italia
Servita a 7°
ABV:5%

Buskers – Paranoid

 

Del progetto Buskers Beer avevo già parlato alcuni mesi fa, ed eccoci dinnanzi a questa Paranoid, pensata e brassata presso il birrificio Bi-Du (Olgiate Comasco,CO). Trattasi di una Black Ipa, stile che ritengo abbastanza difficilie da realizzare visto il pericolo di farsi sfuggire di mano il contributo dato dai malti tostati e scivolare facilmente in campo porter/stout, inoltre per la prima volta assaggio una black ipa realizzata interamente con luppoli inglesi (Fuggle e E-K- Golding).

Nel bicchiere il colore  si presenta di un nero abbastanza impenetrabile, decisamente più scuro rispetto alle altre black ipa assaggiate precedentemente, la schiuma è beige, abbastanza fine e persitente.

L’aroma è caratterizzato prevalentemente da sentori torrefatti con note di cioccolata, liquirizia e caffè, una bella presenza di legno, frutta rossa ed un tocco erbaceo completano l’opera , il tutto risulta molto pulito ed elegante, non manca neppure  una nota leggermente vinosa che non stona assolutamente.

In bocca il corpo è medio, anche se noto che scaldandosi la birra  diviene un pò oleosa, la carbonazione è media. L’attacco riporta decisamente al mondo delle porter con i sentori torrefatti che la fanno da padrone, una nota lievemente burrosa ci porta verso l’esplosione terrose e vegetale di un finale tipicamente inglese.

Sinceramente mi mancano molto le caratteristiche note americane ed i sentori  resinosi che hanno caratterizzato le black ipa che ho assaggiato fino ad oggi  , me l’avessero venduta come black ale o al limite come una porter un pò fuori stile l’avrei apprezzata certamente  di più, non per una questione di etichetta (sebbene per me lo stile dichiarato vada rispettato, almeno a grandi linee) ma sopratutto per una questione di approccio mentale e per la scelta del momento in cui berla (certamente non il 7 agosto alle 15…), non una cattiva birra ma sinceramente mi aspetttavo qualcosa di diverso, e forse di meglio. [dLc]

Birra del Borgo – Stelle&Strisce

Con agosto appena iniziato ecco arrivare sulle nostre tavole la stagionale di Birra del Borgo, questa Stelle e Strisce è l’interpretazione di una golden ale di stampo americano creata dall’ex birraio Brooks Carretta (attualmente in forze presso la Birreria di Eataly New York), trattasi di una birra caratterizzata da una luppolatura decisamente stravagante infatti come spiegato da Brooks stesso vengono utilizzati sei diversi luppoli e tutti a fine bollitura.

Nel bicchiere il colore è un ambrato abbastanza carico e opalescente (non molto golden a dire il vero) la schiuna è bianca, abbastanza fine e persistente.

L’aroma  si dimostra fin da subito meravigliosamente complesso, i luppoli, tutti americani, sono stati scelti e  studiati per interragire in maniera perfetta:  un leggero attacco biscottato viene da subito ricoperto da strati di frutta esotica (ananas su tutto), mandarino, pompelmo,  mango, fragola, sentori resinosi, cocco ed un leggero tocco sulfureo (che non risulta affatto fastidioso); in bocca il corpo è medio e media è la carbonazione.

L’attacco è maltato e al breve tempo sopraggiungono agrumi, resina, frutta tropicale e sentori terrosi; il finale è quasi improvviso,vegetale, amaro e molto pungente. La chiusura è pulitissima e secca e riesce ad  invitare continuamente al  sorso successivo.

Davvero una bella bevuta, una birra  molto equilibrata che si caratterizza non cedendo alle tipiche tentazioni americane di ingigantire tutto, probabilmente la vera forza di questa birra è appunto la semplicità con cui riesce ad essere complessa. [dLc]

Paese: Italia

ABV: 3.9%

Servita a 9°