St Peter’s Summer Ale


Bella prova stagionale per il birrificio con la bottiglia a fiaschetta del Suffolk inglese; questa Summer Ale è  una birra dall’aspetto dorato tendente al ramato, abbastanza limpida e  sovrastata da una schiuma fine, ocra e persistente.
Al naso rivela un bello spettro di aromi con un attacco che ricorda da vicino il miele millefiori e la nocciola a cui seguono sentori molto freschi di fiori bianchi, la chiusura regala  un accenno di tabacco e, sopratutto, la caratteristica nota terrosa made in UK.
In bocca il corpo è medio e la carbonazione bassa; l’attacco è maltato, quindi accenni biscottati con un centro in cui si ripropongono fiori bianchi e un’ ottima nota agrumata. Il finale è vegetale e sorpendentemente leggero, rinfrescante e, per essere inglese, poco amaro.
Un’ ottima birra estiva che riesce ad essere al contempo complessa nei suoi accenti e molto beverina, ci fosse una piccola presenza di acidità sarebbe la compagna ideale per le serate di giugno, ma anche così resta un’ottima scelta. [dLc]

Paese: UK

Abv: 6.5%

Servita a 10°

Northern Light- Orkney Brewery

Pale ale prodotta in un birrificio immerso in uno degli ambienti più belli e paradisiaci del mondo, le Orkney Islands fanno parte delle isole britanniche settentrionali e negli ultimi secoli sembra che non molto sia cambiato da quelle parti.

In questo paradiso terrestre vengono prodotte sia la Skull Splitter, birra decisamente invernale di cui ho parlato qualche tempo addietro, sia la  Nortern Light che ben si addice a questi giorni di fine estate.

Il colore è giallo dorato tendente lievemente al ramato, nel bicchiere la birra risulta abbastanza limpida con una schiuma bianca, abbastanza fine e moderatamente persistente.

Al naso un tocco di caramello e tofee esprimela dolcezza del malto pale su cui si vanno ad adagiare sentori di frutta a polpa gialla accompagnate da note citriche e resinose. Il tutto tende al dolce ma risulta amalgamato in modo piacevolmente elegante.

In bocca la consistenza è di corpo medio bassa rivelando una buona beverinità; i sentori sono coerenti e ben bilanciati con l’aroma, anche quì frutta gialla (marmellata di albicocche su tutto) accompagnano la piccantezza floreale dei luppoli (Hallertauer Hersbrucker, Saaz e Liberty). Il finale è abbastanza secco e agrumato e, mediamente persistente ,incentiva alla beva.

Una buona birra adatta ad ogni stagione, la vedrei bene ad accompagnare del pesce alla griglia  ma  risulta adatta anche ad accompagnare le chiacchiere in un aperitivo serale rinfrescando piacevolmente i pensieri senza impegnare troppo le papille gustative.  [dLc]

Paese: Uk

Servita a 10°

ABV: 4 %

Bad Attitude Brewery- Kurt

Nuovo round nella Tasting Room di Bad Attitude. Mi vesto bene, preparo la bocca, gli occhi ed il naso, indosso l’aria fintamente importante e comincio a scrivere quel che sento.

Molto banalmente (non potrebbe essere altrimenti) si parte dalle considerazioni sul formato in cui viene presentata questa nuova avventura BA: la birra è in lattina; la tanto  annunciata e attesa rivoluzione è arrivata, contemporaneamente a  quanto sta facendo la scozzese Brewdog e alla ormai famosa ipa in latta dell’americana Caldera Brewin Company (quest’ultima in giro da più tempo, credo) anche la Bad Attitude lancia la sua lattina con una grafica davvero accattivante.

Naturalmente la cosa suscita almeno un paio di considerazioni: l’alluminio rappresenta un’ ottima alternativa al vetro da un punto di vista ecologico, cosa da non sottovalutare in tempi di green economy, è più resistente, non permette alla luce di intaccare la birra, è meno fragile e si raffredda/riscalda più velocemente; l’unico grande ostacolo pare essere quello culturale, infatti siamo innegabilmente portati a considerare la birra in lattina  come una bevanda di scarsa qualità, anonima o quantomeno che “non merita il vetro”,  certamente  è  una bella sfida quella che stanno lanciando questi birrifici al mondo birraio e sarà davvero interessante vedere dove si andrà a parare.
Passando alla Kurt (chiaramente dedicata all’ultimo eroe iconoclasta che il rock è stato in grado di esprimere negli ultimi anni) l’aspetto nel bicchiere  è giallo oro ed abbastanza limpida; la schiuma si presenta fine, bianca e mediamente persistente.

Al naso spiccano sentori erbacei, un tocco agrumato dato dai luppoli neozelandesi (Riwaka e Motueka) che  vanno a bilanciare ottimamente il tocco mieloso dato dal malto  Maris Otter ed un  sentore di frutta tropicale chiama a gran voce la beva. In bocca il corpo e abbastanza watery, la carbonatazione bassa e la birra  ripropone coerentemente i sentori espressi nell’aroma, ottimo il retrogusto piacevolmente amarognolo dato dal luppolo che si rivela non molto persistente ma piacevolmente rinfrescante.

Questa Kurt mi sembra una pale ale onesta, di facile fruizione, dissetante al punto giusto e da bere in quantità; la Bad Attitude la propone come un possibile ponte tra la birra industriale e quella artigianale ad un consumatore potenzialmente casuale ed effettivamente sembra essere proprio alla portata di tutti.
Infine mi fa molto piacere segnalare il consolidarsi del legame tra birra e bici, date un occhiata al nuovo post di Marcos e Co. sui prossimi appuntamenti con gli amanti della bici a scatto e sul servizio di distribuzione della birra a impatto zero che sta per partire a Roma e Milano. [dLc]

Paese: Svizzera/Italia

Alc.Vol. 4.32%

Ibu 31