SummerWine Brewery Rouge

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Nato nel 2008, questo birrificio dello Yorkshire si situa di buon diritto nel (som)movimento new wave artigianale di stampo anglosassone, il giovane birraio James Farran sembra fermamente deciso nell’intento di rinnovare una tradizione culturale che fa delle birre “semplici da bere” uno dei punti cardine ponendo l’accento sull’utilizzo di materie prime “moderne”.

E’ così che ci troviamo ad assaggiare questa Rouge, amber ale dall’accento nettamente  americano; nel bicchiere si presenta con un bel ambrato carico lievemente velato, la schiuma è da manuale: bianca, fine e persistente. L’aspetto visivo si rivela impeccabile e  ci pone  nello stato d’animo ideale per affrontare questa birra.

Al naso il biglietto d’ingresso timbra un leggero caramello a cui si aggiunge in tutta la sua struttura aromatica una bella luppolatura a base di Simcoe e Cascade  che, immediatamente, dà il vìa ad un alternanza tra frutta rossa, fragola, litchies e agrumi. Con l’alzarsi della temperatura si presenta anche un leggero tocco di tabacco.

In bocca il corpo è medio e media è la carbonazione, la birra si ripropone coerentemente con gli aromi espressi e quindi  un attacco caramellato ed una presenza fruttatissima che precede un finale secco, erbaceo e molto persistente. Un’ ottima interpretazione dello stile, birra che offre una certa complessità sia gustativa che aromatica senza intaccare l’estrema bevibilità, adatta a tutte le stagioni, la porterei comunque in tavola alla prossima grigliata estiva. [dLc]

Nazione uk. ABV 5.8%. Servita a 9°

Samuel Smith Taddy Porter

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Il Samuel Smith brewery, fondato nel 1758 è il birrificio più antico dello Yorkshire e uno dei più tenacemente indipendenti di tutto il Regno Unito, la Taddy Porter rappresenta senza dubbio uno dei suoi cavalli di battaglia e così come le altre ales in produzione, viene fermentata ancora nelle tradizionali stones square (per maggiori info guardate questo video in cui Michel Jackson ci guida in un tour virtuale del birrificio).

Ci troviamo, quindi, dinnanzi ad un vera e propria istituzione del mondo brassicolo anglosassone.

Nel bicchiere l’aspetto è sontuoso, colore nero, limpido sormontato da una bella schiuma beige, fine e abbastanza persistente.

L’aroma è caldo e avvolgente, sprizza note di cioccolata per  poi virare sulla frutta secca (prugna), melassa ed un accenno leggermente legnoso che  accompagna una sensazione polverosa estremamente affascinante. In bocca il corpo è medio, la carbonazione bassa, coerentemente con l’aroma, il gusto esprime melassa e frutta secca, aggiungendo però una nota di marmellata d’arancia ed un chiusura  che vira verso  la liquirizia. Il finale è leggermente astringente e regala una discreta persistentza torrefatta.

Ottima birra, equilibrata, scura e complessa, da provare con pasticceria secca e  dolci al cioccolato, ma secondo me si può osare andando su una torta all’arancia oppure su un brasato. [dLc]

Nota a margine, se avete voglia di tastarne l’evoluzione, sarebbe interesante lasciare qualche bottiglia ad invecchiare in cantina, secondo me i margini per un miglioramento potenziale ci sono.

Servita a 11°, ABV 5%

Ridgeway IPA

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Legata per storia e tradizione alla Brakspear Brewery, la Ridgeway è stata creata dal capomastro birraio Peter Scholey e rappresenta uno dei capisaldi della maestria brassicola inglese.

Questa India Pale Ale si rifà orgogliosamente alla tradizione della madrepatra, in etichetta si legge che nessun tipo di zucchero o sciroppo è stato aggiunto nel grist ed il CAMRA  riconosce  e certifica la qualità di questa birra, rifermentata in bottiglia, tramite il suo caratteristico logo.

Nel bicchiere questa IPA si presenta giallo dorata, lievemente opalescente e la schiuma è bianca, poco fine ed evanescente. Al naso l’attacco richiama  crosta di pane, miele, tofee, dopodichè arriva un ottimo floreale (fiori bianchi), una lieve resinosità, agrumi ed un ottimo accenno di albicocca. Il tutto è molto pulito e lineare.

In bocca il corpo è medio e  la carbonazione bassa; l’attacco è maltato segue un medio palato ricco di fiori, agrumi e una sapida mineralità. Il finale , come da “manuale IPA” è amaro, vegetale e molto lungo e persistente.

Se cercate una IPA alla moda probabilmente questo esemplare  vi lascerà un pò delusi, la sua austera eleganza inglese mal si colloca nel mezzo della sguaiata moda che ha preso il sopravvento negli ultimi anni, quì è tutto giocato sull’equilibrio tra malto e una luppolatura consistente ma mai eccessiva.

Ottima per accompagnare formaggi di capra e carni alla griglia, dissetante d’estate e carezzevole d’inverno,una birra con una bella personalità e tanto carattere. [dLc]

Servita a 10°, Gradazione: 5.50% Vol.

Cornish Orchards Pear Cider

Ad essere sincero quando sono entrato al Bir Flut di Rivoli (TO) cercavo, tra le altre cose,  il sidro di mele che tanto mi aveva incantato poco tempo addietro, ma essendo terminato ho dovuto ripiegare, non senza scetticismo, verso il sidro di pere. Non l’avessi mai fatto…

Nel bicchiere questo Pear Cider inglese è di un meraviglioso  colore oro antico, decisamente limpido. Praticamente assente la schiuma, sebbene in bocca una piccola carbonazione sia presente.

Il naso  rivela una personalità decisamente  articolata e raffinata :  dapprima sentori fruttati di pera, mela verde e fieno a cui si aggiungono in un secondo momento  un leggero tocco di zolfo, legno ed aromi minerali e terrosi,  tutti amalgamati armoniosamente in costante equilibrio.

In bocca  l’attacco è, chiaramente, fruttato : sentori di polpa di pera, frutta a polpa gialla (pesca), un tocco di frutti di bosco ed anche quì emergono sentori lievemente terrosi accompagnati da una, piacevolissima, lieve acidità.

La consistenza del corpo è media ed il finale, lievemente astringente ed abbastanza secco, invita alla bevuta lasciando anche una sensazione di grande freschezza al palato.

Non c’è davvero nulla da appuntare a questo sidro prodotto a fine estate che richiede una lunga maturazione in autunno, bevuto alla giusta temperatura (8°)  sembra un ottimo vino bianco, ma se volete osare, abbassate ancora di un paio di gradi ed avrete un ottimo long drink da sorseggiare nelle  afose serate d’estate.

p.s Grazie allo staff del Bir Flut, sempre cortese e competente!

Paese: UK

ABV: 5%

Servito a 8°

St Peter’s Summer Ale


Bella prova stagionale per il birrificio con la bottiglia a fiaschetta del Suffolk inglese; questa Summer Ale è  una birra dall’aspetto dorato tendente al ramato, abbastanza limpida e  sovrastata da una schiuma fine, ocra e persistente.
Al naso rivela un bello spettro di aromi con un attacco che ricorda da vicino il miele millefiori e la nocciola a cui seguono sentori molto freschi di fiori bianchi, la chiusura regala  un accenno di tabacco e, sopratutto, la caratteristica nota terrosa made in UK.
In bocca il corpo è medio e la carbonazione bassa; l’attacco è maltato, quindi accenni biscottati con un centro in cui si ripropongono fiori bianchi e un’ ottima nota agrumata. Il finale è vegetale e sorpendentemente leggero, rinfrescante e, per essere inglese, poco amaro.
Un’ ottima birra estiva che riesce ad essere al contempo complessa nei suoi accenti e molto beverina, ci fosse una piccola presenza di acidità sarebbe la compagna ideale per le serate di giugno, ma anche così resta un’ottima scelta. [dLc]

Paese: UK

Abv: 6.5%

Servita a 10°

Cornish Gold Cider

Nuova sortita  nel mondo del succo di  mele fermentato,  questa volta ci immergiamo nel Cornish Gold prodotto dalla sidreria Cornish Orchads (Liskeard, England ) che vanta uno stile di produzione decisamente tradizionale: le mele impiegate sono tutte autoctone e raccolte a mano per poi essere lavorate e fermentate da lieviti naturali rispettando l’antica tradizione anglosassone e, tra i diversi tipi di mele impiegati, spicca l’utilizzo di varietà che apportano amaro ed acidità.
Versato nel bicchiere il colore del sidro è oro pallido e molto limpido quindi (ahimè) nessuna traccia di lieviti residui in bottiglia. La schiuma è grossolana e praticamente inesistente.
Al naso questo sidro colpisce subito per un intenso sentore di mela matura cui si aggiunge una bella nota di terra bagnata, un lieve affumicato e sentori di fieno che danno l’idea di un prodotto molto rustico, il tutto ben amalgamato e pulito.
In bocca il corpo è medio e si nota una divertente frizzantezza , i gusti sono  quelli di frutta matura, fieno e accenti terrosi, a ciò si aggiunge una bellissima  nota acida e astringente che ripulisce ed al contempo esalta il palato richiamando la beva.Nel complesso si nota un grande equilibrio tra il dolce e l’amaro che va a terminare in un finale asciutto e persistente.
Rispetto all’altro sidro artigianale che ho assaggiato devo dire che ho trovato il Cornish Gold decisamente più strutturato e con un carattere maggiormente pronunciato ed interessante. Consigliato come aperitivo rinfrescante, ma lo vedrei bene anche con della carne speziata e/o piccante. [dLc]

Paese: UK

Servito a 9°

ABV: 5%

St. Austell Admirals Ale

Special bitter inglese prodotta  la prima volta nel 2005 dalla St Austell brewery  , riporta in etichetta la dedica esplicita all’ammiraglio Nelson e alla sua spregiudicatezza in battaglia (la scritta “I see no ships!” si riferisce all’esclamazione di sfida fatta mentre appoggiava il cannocchiale all’occhio bendato guardando verso la flotta danese che di lì a poco avrebbe distrutto).

La birra è brassata con malto Cornish Gold, ossia malto locale trattato in un ambiente particolarmente umido che gli conferisce un colore ed un sapore più intenso ed i luppoli impiegati sono Styrian e Cascade, la bottiglia (vincitrice del British Beer Festival 2010 nella sezione birre in bottiglia e nominata Supreme Champion all’International Beer Challenge del 2008) ha subito rifermentazione in bottiglia ed è riconosciuta a pieno titolo come Real ale dal CAMRA.

Nel bicchiere il colore è ambrato carico, effettivamente più scura delle normali special bitter in commercio; la schiuma ocra, fine e non molto persistente. Al naso colpisce subito la raffinata presenza agrumata e leggermente resinosa che si erge sopra una base caramello/biscottata di buona persistenza.

In bocca il corpo è medio con tendenza verso l’esile (watery), la carbonazione medio bassa. L’attacco è maltato/caramello a cui si aggiunge gradualmente una  bella nota agrumata (scorza d’arancia) che lascia spazio nel breve ad un finale abbastanza persistente che tende all’erbaceo.

Una bella special bitter, molto lineare e pulita nelle sue note caratterizzanti che si è dimostrata perfetta con l’abbinamento  ad un petto di pollo alla piastra con contorno di cavoletti di Bruxelles all’arancia.  L’agrumato della birra ha lavorato magnificamente con la scorza d’arancia ed il caramello ha bilanciato bene il burro in cui sono stati saltati cavoletti. [dLc]

Paese: Uk

Servita a 10°

ABV: 5%

Bad King John- Ridgeway brewery

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“John d’Inghilterra (1167 1216), fratello minore di Riccardo cuor di Leone. Ne Usurpò il trono d’Inghilterra durante la sua ventura (e prigionia) da Crociato. Bandito dal Regno al ritorno dell’ eroico fratello, per poi però tornare a sedere sul trono alla sua morte (senza eredi) nel 1199”.

Quale modo migliore di celebrare la saga di Ivanhoe e la storia britannica che creare due birre con la stessa ricetta di base e che vanno a differire l’una dall’altra solo per l’utilizzo di malti tostati?

Questa Bad King John è una Black Ale che si scaglia contro la sua controparte buona e chiara  ossia la Ivanhoe Pale Ale in un interessante scontro di raffinata fattura.

Al di là della meravigliosa etichetta, nel bicchiere la birra si presenta scurissima, praticamente impenetrabile, con un cappello di schiuma color ocra fina ed evanescente. Al naso si presta ad un’analisi che richiede una buona concentrazione:  in modo ordinato e preciso si presentano aromi mielosi,  torrefatti;  frutta rossa, cioccolato amaro in polvere e un accenno di tabacco.

In bocca il corpo è abbastanza esile e beverino, la carbonazione medio bassa; perfettamente equilibrata con gli aromi ripropone in bocca un bell’attacco corposo di dolce maltato su cui si stende una lieve copertura fruttata, sentori di cacao,  di cola  ed un accenno di caffè ci conducono verso un finale che si presenta moderatamente caratterizzato da  un amaro gustoso dato da luppolo e malti scuri ed è leggermente asciutto e non molto persistente.

Niente male davvero, come recita in etichetta “A  very english black ale” con tutto l’equilibrio, la beverinità  e l’eleganza che contraddistingue le birre d’oltremanica. [dLc]

Paese: UK

Servita a 10°

ABV: 6%

St. Peter’s India Pale Ale

Nuovamente nel Suffolk con un altro prodotto di casa St.Peter’s, onestamente avevo sentito voci abbastanza contrariate rispetto questa India Pale Ale e quindi la cattiva pubblicità ancora una volta ha fatto il suo effetto ed eccomi quì con una delle bottiglie “incriminate” tra le mani…

Il colore è di un bel ambrato tendente al ramato, molto british, la schiuma è bianca, poco fine e poco persistente. Direi che fino ad ora ci siamo.

Il naso si mostra decisamente debole se comparato alle IPA a cui siamo abituati, nonostante ciò dimostra una buona qualità infatti seppur in maniera troppo gentile, belle note citriche ed agrumate si fanno strada tra note di crosta di pane e di fiori bianchi. In bocca il corpo è medio, un bel mouthfeel accompagna sentori di miele d’acacia, marmellata di arancia e un tocco leggermente polveroso. Il finale è abbastanza persistente e moderatamente amaro con lievi note erbacee. Una buona birra, consiglierei umilmente di cambiarne lo stile dichiarato in etichetta, sarebbe una buona Special Bitter perchè chiamarla scarsa India Pale Ale? [dLc]

Stato: Uk

Temperatura: 10°

ABV: 5.5%

St. Peter’s Suffolk Gold

Birra fortemente legata al territorio questa Suffolk Gold di St. Peter’s  con un nome che è quasi una dichiarazione d’intenti. Il “gold” in questione, infatti, ha doppia valenza riferendosi sia al meraviglioso colore della birra che alla qualità di quest’ultima.

Brassata con malti e luppolo (First Gold) esclusivamente della regione del Suffolk, la birra si presenta nel bicchiere di un bel colore biondo tendente al bronzo; la schiuma è bianca, a grana abbastanza grossa e poco persistente. Il naso innalza le aspettative mostrando una iniziale aromaticità che vira verso la crosta di pane ed il miele a cui subito si accompagnano sentori di camomilla e lievemente floreali; il tutto è equilibratissimo ed invita a gran voce alla degustazione.

In bocca la birra si mostra perfettamente coerente: un bell’attacco maltato  offre dolcezza mielosa e sentori floreali, il corpo è pieno ed un’accento agrumato a metà palato viene contrastato dall’amaro  finale che si rivela potente, vegetale e con note di liquirizia, quasi legnoso. Una special bitter dalla  spiccata personalità , non molto accessibile a chi non è avvezzo all’amaro di tradizione inglese che, sopratutto in questo caso, richiede un poco di attenzione e volontà per essere compreso, ma che sa regalare grandi emozioni. [dLc]

Paese: UK

Servita a 10°

ABV: 4.9%